Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 1 aprile 2009 Secondo una inchiesta del Corriere del Trentino (31 marzo 2009) la Provincia autonoma di Trento, con Lazio, Calabria e Sicilia avrebbe omesso di trasmettere i dati relativi alla mappatura dei siti contaminati da amianto e che – in base ad una legge del 1992 ed ad altre norme successive – avrebbero dovuto essere bonificati o essere in corso di bonifica. Entro pochi anni, infatti, secondo la previsione legislativa, la bonifica dei siti inquinati dall’amianto dovrebbe essere conclusa. E’ noto che l’amianto provoca – se inalato – una forma particolarmente insidiosa di cancro. E’ altrettanto noto che la bonifica non comporta spese enormi essendo sufficiente, con un adeguato trattamento – impedire la produzione di polveri che poi si diffondono nell’atmosfera, anche per l’estrema friabilità del materiale. Peraltro essendo l’amianto impiegato quasi solo in coibentazioni o coperture la sua sostituzione con materiali altrettanto o più efficaci e con costi analoghi o addirittura inferiori non è particolarmente complessa. Peraltro - tornando alla denuncia del Corriere del Trentino - non è detto che la mancata trasmissione delle informazioni al Ministero dell’Ambiente significhi automaticamente disinteresse della Provincia e dei Comuni per il problema, tanto più che l’Azienda sanitaria provinciale avrebbe trasmesso, negli anni, ben due censimenti sui siti inquinati ed un progetto di bonifica. In definitiva, ciò che conta, a parte gli adempimenti burocratici, è sapere se la bonifica dei siti inquinati sta avvenendo e se i proprietari degli immobili o coloro che sono tenuti ad intervenire lo stiano facendo con sufficiente sollecitudine, anche perché – secondo dichiarazioni attribuite a fonti dell’Azienda sanitaria – agli studi ed ai progetti non sarebbero seguite azioni concrete. Qualche apprensione, ad esempio, destano siti industriali abbandonati di cui si sa poco o nulla e, nei frequenti passaggi di proprietà degli immobili abbandonati, sta forse la scusante per la quale le bonifiche vengono protratte nel tempo, di deroga in deroga. Tanto premesso, si interroga il presidente della Provincia per sapere: a) se corrisponda al vero la notizia che non sarebbero stati trasmessi al Ministero dell’ambiente i dati richiesti sui siti inquinati da amianto, ovvero, quando tali dati sono stati trasmessi; b) quale sia – allo stato – la situazione dei siti inquinati: quanti sono, se sono stati individuati i soggetti responsabili della bonifica, se tutti gli interventi di bonifica siano stati pianificati e programmati; c) entro quale termine si prevede di rimuovere definitivamente, nella nostra Provincia, il pericolo di contaminazione da amianto per la popolazione e per l’ambiente. Cons. Roberto Bombarda |
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